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Il drammatico uno-due della pandemia seguita dal conflitto in Ucraina ha contribuito dolorosamente a un passaggio culturale importante, facendoci finalmente realizzare che la transizione ecologica è uno strumento per conseguire una maggiore indipendenza dalle importazioni di materie prime, energia e semilavorati, da cui le economie europee sono estremamente indipendenti. Le soluzioni proprie della crisi ecologica (dalle fonti rinnovabili al ciclo idrico integrato, dall'economia circolare alla fusione nucleare) si rivelano infatti essere ciò che serve per affrontare la crisi geo-politica, energetica ed economica che ci attanaglia.Lo speciale estivo di Smart City "La transizione ecologica in tempo di crisi" racconta i punti di contatto tra le crisi del nostro tempo, e la ricerca di possibili soluzioni comuni, affrontando temi quali la gestione dell'acqua, le opportunità offerte dalle energie forestali e marine, le sfide dei sistemi di stoccaggio energetico sostenibili e della fusione nucleare.Scopri il podcast originale Smart City XL

Location:

Milano, Italy

Description:

Il drammatico uno-due della pandemia seguita dal conflitto in Ucraina ha contribuito dolorosamente a un passaggio culturale importante, facendoci finalmente realizzare che la transizione ecologica è uno strumento per conseguire una maggiore indipendenza dalle importazioni di materie prime, energia e semilavorati, da cui le economie europee sono estremamente indipendenti. Le soluzioni proprie della crisi ecologica (dalle fonti rinnovabili al ciclo idrico integrato, dall'economia circolare alla fusione nucleare) si rivelano infatti essere ciò che serve per affrontare la crisi geo-politica, energetica ed economica che ci attanaglia.Lo speciale estivo di Smart City "La transizione ecologica in tempo di crisi" racconta i punti di contatto tra le crisi del nostro tempo, e la ricerca di possibili soluzioni comuni, affrontando temi quali la gestione dell'acqua, le opportunità offerte dalle energie forestali e marine, le sfide dei sistemi di stoccaggio energetico sostenibili e della fusione nucleare.Scopri il podcast originale Smart City XL

Language:

Italian


Episodes
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Progetto Landfeed: fertilizzanti biologici per una maggiore sicurezza alimentare e meno rifiuti (2ª parte)

7/3/2025
Una scodella di fango da acque reflue, due cucchiai di fanghi industriali con un pizzico di cacca di pesce. Poi aggiungi bucce d’arancia, compost di alghe e di residui agricoli e una manciata di cenere dell’Etna. Sembra la ricetta per il sabba delle streghe, e invece è una combinazione di ingredienti che, in proporzioni ancora tutte da studiare, potrebbe trasformarsi in un fertilizzante completo di tutti i micro e macronutrienti necessari. Ed è solo uno dei 5 mix di rifiuti e matrici organiche di scarto che il progetto europeo Landfeed sperimenterà insieme ad altrettante tecnologie, in altrettanti paesi europei. Mentre questo verrà sperimentato in Sicilia, in Grecia, per esempio, si concentreranno su scarti dell’industria dell’olio d’oliva, e in Polonia dei latticini. Parliamo di tutto questo con Giuseppe Mancini, professore di Impianti Chimici dell’Università di Catania.

Duration:00:05:45

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Progetto Landfeed: fertilizzanti biologici per una maggiore sicurezza alimentare e meno rifiuti (1ª parte)

7/2/2025
I fertilizzanti sono prodotti essenziali in tutto il mondo e l’Europa ne importa un grande quantitativo. Allo stesso tempo, nel continente c’è una enorme disponibilità di scarti e rifiuti organici che fin dalla notte dei tempi sono la materia prima con cui si producono i fertilizzanti biologici, e che invece vanno incontro a un destino meno nobile. Insomma: ci sono tutte le condizioni per un’espansione del mercato europeo di biofertilizzanti, e ciò è alquanto desiderabile sia alla luce dei sempre più frequenti conflitti sulle materie prime, sia dell’impatto dovuto alla produzione dei fertilizzanti detti “chimici”, che richiedono un consumo elevato di risorse pregiate, non sostituibili e non rinnovabili. Favorire lo sviluppo di nuove filiere europee dei biofertilizzanti è il fine ultimo del progetto LANDFEED, di cui parliamo in questa puntata con Antonella Luciano, ricercatrice del Dipartimento di Sostenibilità dell’ENEA.

Duration:00:05:08

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BactEradiX: nano-tecnologie avanzate per combattere i biofilm batterici

7/1/2025
I biofilm batterici rappresentano una delle più formidabili minacce alla salute. Infatti, se combattere un'infezione batterica comune è paragonabile a combattere un esercito in campo aperto, combattere i film batterici equivale a cercare di colpire un nemico barricato dietro spesse mura. Da qui il progetto europeo BactEradiX, finanziato con 3 milioni di euro e mirato a sperimentare un approccio alternativo, basato su nano-materiali avanzati concepiti proprio per disfare quelle mura. A coordinare il progetto è Paolo Blasi, professore di tecnologia farmaceutica al Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell'Università di Bologna.

Duration:00:05:23

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Smart City del 30 giugno 2025

6/30/2025
Smart City del 30 giugno 2025

Duration:00:05:28

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Satelliti che imparano a cavarsela da soli (prima di tutto a schivare i loro simili)

6/26/2025
Il problema dei detriti spaziali - e più precisamente il rischio di rendere impraticabile l’orbita terrestre a causa di una serie di collisioni a catena - è preso molto seriamente dalle agenzie spaziali, che finora lo hanno gestito integralmente da terra, da dove i satelliti vengono seguiti nella loro orbita e indotti a compiere delle piccole deviazioni laddove ci sia rischio di impatto. Tuttavia, questa “gestione a distanza” è costosa e sempre meno efficace col crescere del numero di satelliti. Ed è qui che entra in gioco AIKO - scaleup torinese specializzata in sistemi di Intelligenza Artificiale e automazione per applicazioni spaziali - che sta sviluppando proprio questa capacità di autogestione. Ce ne parla Lorenzo Feruglio, CEO e cofounder di AIKO

Duration:00:05:33

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Un fertilizzante per assorbire la CO2

6/25/2025
Esperimenti condotti dall'Università di Sheffield e dell’Illinois hanno mostrato che, spargendo roccia di basalto frantumata nei campi agricoli, oltre ad aumentarne la produttività, il minerale di basalto reagisce con la CO2 atmosferica riuscendo a intrappolarne fino a 10 tonnellate per ettaro. L’idea di catturare e sequestrare la CO2 affidandosi alla naturale capacità di alcune rocce di reagire con essa, ma aumentandola artificialmente frantumando ed esponendo all’aria una grande quantità di roccia, va sotto il nome di Enhanced Rock Wheathering. È una strategia controversa, perché richiede quantitativi di minerali enormi. Ma a nessuno sfugge che i campi agricoli vadano comunque fertilizzati in qualche modo: perché allora non cogliere i proverbiali due piccioni con un fava? Ne parliamo con Marco Donnini, ricercatore di IRPI-CNR.

Duration:00:05:08

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Enhanced Rock Wheathering: ovvero perché sbriciolare le rocce può combattere il climate change

6/24/2025
È possibile che sbriciolare delle rocce possa aiutarci a combattere il climate change? La Co2 è una molecola reattiva, non resta nell’atmosfera all’infinito. E oltre alle piante - che la consumano per fare la fotosintesi - ci sono anche numerosi minerali e rocce naturalmente presenti nell’ambiente con cui la CO2 alla lunga reagisce formando, per esempio, carbonati e bicarbonati. Ma poiché la scala di tempo con cui questi fenomeni avvengono spontaneamente è molto più lunga di quella con cui stiamo immettendo CO2 in atmosfera, c’è chi suggerisce di accelerarli artificialmente, frantumando ed esponendo all’aria grandi quantitativi di queste rocce. Si parla in questi casi di Enhanced Rock Wheathering. Ce ne parla Marco Donnini, ricercatore di IRPI-CNR.

Duration:00:04:38

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Lenti a contatto per vedere gli infrarossi

6/23/2025
Immaginiamo di poter indossare, un giorno, delle lenti a contatto che permettono di vedere anche al buio. Un gruppo di ricercatori dell’University of Science and Technology della Cina ha messo a punto delle lenti a contatto, di comprovata biocompatibilità, in grado di far percepire all’occhio umano la luce infrarossa, trasformandola in luce visibile. Le lenti, infatti, contengono delle speciali nano particelle, in grado di caricarsi assorbendo luce infrarossa per poi scaricarsi riemettendo luce visibile:. Ne parliamo con Silvia Tavazzi, professoressa di Fisica all’Università di Milano-Bicocca e presidente del Corso di Laurea in Ottica e Optometria.

Duration:00:05:00

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Prove di risveglio per la geotermia

6/19/2025
Eterna Cenerentola dei dibattiti sull'energia rinnovabile, la geotermia sta finalmente vivendo un momento di grande trasformazione ed evoluzione tecnologica. L'obiettivo è duplice: da un lato, esplorare forme evolute grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e approcci innovativi come la geotermia a ciclo chiuso; dall'altro, rivalutare gli 8.000 pozzi esauriti per l'estrazione di gas e petrolio presenti solo in Italia, convertendoli in pozzi geotermici. Considerando che circa il 40% dei costi e gran parte dei rischi imprenditoriali di un progetto geotermico sono legati proprio alle attività di perforazione, il riutilizzo di questi pozzi abbandonati rappresenta un'opportunità enorme. Dopo averne parlato in una puntata precedente, torniamo sull'argomento presentando alcune delle più interessanti case history che stanno prendendo forma nel nostro paese, con applicazioni sia in ambito civile che industriale. Ne parliamo con Antonio Galgaro, professore di Geofisica dell'Università di Padova.

Duration:00:04:46

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Verso un chip "anti-clonazione"

6/18/2025
Molti articoli di un certo valore, per non parlare di bancomat e carte di credito, contengono un chip che permette di identificarli individualmente e di garantirne l'originalità. Per impedirne la clonazione, un gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa sta lavorando a una nuova generazione di chip in silicio, capaci di implementare tecniche di crittografia fisica dette "ad altissima entropia" e di farlo già a livello hardware: la chiave di sicurezza del chip non deve, cioè, essere scritta all'interno di una memoria presente a bordo, che potrebbe essere letta dall'esterno; deve invece essere impressa nella sua struttura fisica, rendendo la clonazione pressoché impossibile. Questo è l'obiettivo del progetto CyberSiliconID, finanziato dal Fondo Italiano per le Scienze Applicate con 4.6 milioni di euro. Ce ne parla Giuseppe Iannaccone, professore al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa.

Duration:00:05:15

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Un bio-sensore impiantabile per dosare la chemioterapia

6/16/2025
Dall'Università di Pisa arriva un'innovazione che potrebbe rivoluzionare il monitoraggio delle terapie oncologiche: un biosensore impiantabile capace di rilevare in tempo reale l'assorbimento dei farmaci chemioterapici. La chemioterapia, infatti, richiede un delicato equilibrio tra efficacia nel combattere il tumore e la potenziale tossicità per il paziente, un bilanciamento che dipende molto dalla quantità di farmaco effettivamente assorbita dal tessuto malato. Qui entra in gioco il lavoro dei ricercatori pisani, che hanno sviluppato un sensore sottilissimo, una sorta di "francobollo". Se necessario, durante un intervento chirurgico, può essere posizionato direttamente sull'organo o sul tessuto da monitorare. Questo sensore, sfruttando la fluorescenza che acquisisce in presenza di chemioterapici, permette di monitorarne l'assorbimento. La sua peculiarità è che, dopo alcuni giorni, si dissolve e viene riassorbito dal corpo, proprio come i punti di sutura. Ne parliamo con Giuseppe Barillaro, professore di Elettronica del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa.

Duration:00:04:49

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Nascono a Trento i sensori con una dimensione in più

6/12/2025
Realizzare “panini elettronici” è una specialità per pochi, e tra questi ci sono i ricercatori della Fondazione Bruno Kessler, che si sono aggiudicati un finanziamento europeo di oltre 50 milioni di Euro da parte dellIniziativa IPCEI (Important Projects of Common European Interest). Lidea di base è che i sensori elettronici di vario tipo e i loro circuiti di controllo, invece di essere stampati gli uni affianco agli altri su un wafer di silicio, possano essere stampati su wafer diversi e impilati con precisione, dando vita a sadwitch di circuiti elettronici che risultano molto più compatti, più efficienti e meno energivori. Sensori richiesti da settori quali la medicina, laeronautica, i veicoli a guida autonoma e la ricerca fondamentale. Ne parliamo conLorenza Ferrario, capo unità Micro Nano Facility e responsabile FBK del progetto IPCEI ME.

Duration:00:04:59

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Intelligenza artificiale: ecco dove può colpire duro

6/11/2025
Immaginate di dover colorare una cartina geografica sulla base degli impatti sociali dell'intelligenza artificiale, scurendo le aree più a rischio di essere colpite. Quali vi aspettereste che siano? Le città o le campagne? I centri o le periferie? Le città medie o i grandi centri urbani? Uno studio condotto dai Nokia Bell Labs di Cambridge e dal Politecnico di Torino ha esaminato il probabile impatto dellIA sul lavoro nelle principali aree urbane degli Stati Uniti e ne è uscita una mappa che offre diversi spunti di riflessione e che segnala un rischio: quello di acuire i divari sociali presenti nel paese, colpendo in particolare le città di medie dimensioni fortemente legate a un solo tipo di industria. Ce ne parla Daniele Quercia, Director of Responsible AI at Nokia Bell Labs Cambridge.

Duration:00:05:19

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Camion a guida autonoma: questione di regole e accettabilità sociale

6/11/2025
Sperimentazioni di camion a guida autonoma che viaggiano lungo le autostrade senza alcun conducente a bordo, sono ormai una realtà in Cina e USA. Mentre in molti altri paesi, tra cui la Germania, si sperimenta regolarmente con conducente di sicurezza a bordo. La maturità tecnologica, infatti, è ormai sostanzialmente raggiunta, sebbene si discuta ancora di quale sia la configurazione migliore per questi mezzi e per linfrastruttura stradale su cui dovranno circolare. Ma molto del successo di questo paradigma non dipenderà da fattori tecnologici, bensì dalla regolamentazione e dallaccettabilità sociale, incluso limpatto sui posti di lavoro di un settore nel quale cè un'enorme difficoltà a reperire autisti. Ce ne parla Sergio Savaresi, professore di Controllo Automatico presso il dipartimento DEIB del Politecnico di Milano.

Duration:00:05:09

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Camion a guida autonoma: tecnologia matura?

6/9/2025
In questi giorni, lungo lautostrada che collega Dallas a Houston, è possibile incontrare un tir carico di merci che viaggia senza conducente. Diversamente dalle precedenti sperimentazioni di camion a guida autonoma negli Stati Uniti, a bordo non cè nessuno che possa intervenire in caso di problemi. In Cina, esperimenti analoghi vanno avanti già dal 2024. È un salto di qualità molto significativo, cui va aggiunto che sperimentazioni di camion a guida autonoma con a bordo un conducente di sicurezza si svolgono regolarmente in numerosi paesi, anche in Europa. Che il punto di penetrazione della mobilità autonoma sarebbe stata lautostrada e sarebbero stati gli autotrasporti pesanti, era opinione largamente diffusa tra gli addetti ai lavori. E ora si direbbe che stia accadendo. Ma la tecnologia è davvero pronta? Ne parliamo con Sergio Savaresi, professore di Controllo Automatico presso il dipartimento DEIB del Politecnico di Milano.

Duration:00:05:34

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Una trivella laser per la geotermia del futuro

6/6/2025
Scavare la roccia con un laser: è questo l'obiettivo del progetto Europeo DeepU. Questo progetto mira a sviluppare una punta per trivelle radicalmente innovativa, che combina un potente laser con gas criogenici (freddissimi) per rimuovere le "ceneri" della roccia. Il lavoro è in fase avanzata e, come previsto, il laser riesce a perforare tutti i tipi di roccia. Più complessa è invece la fase di vetrificazione delle pareti del condotto per renderle a tenuta stagna, un passaggio fondamentale per lo sviluppo della geotermia. Ce ne parla ancora Adele Manzella, prima ricercatrice dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR.

Duration:00:05:28

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Come fare la geotermia senz’acqua (e senza fracking)

6/4/2025
Perché l’energia geotermica è così poco sviluppata? Paesi vulcanici come l’Italia, in particolare, hanno un sottosuolo che offre condizioni ideali, ma su questa fonte ci sono poche aspettative. Perché? Il principale problema della geotermia tradizionale è che necessita sia di calore che di acqua, e il rischio di non trovare abbastanza dell’uno o dell’altra quando si effettua una perforazione è alto. Ma cosa dire se si potesse fare a meno dell’acqua? L’ultima frontiera della geotermia mira proprio alla possibilità di realizzare circuiti idraulici a grande profondità, nei quali iniettare acqua da un pozzo per poi ripescarla calda da un altro pozzo. Tutto questo, senza che l’acqua si disperda nel sottosuolo, come avviene col cosiddetto fracking, col rischio di aumentare la sismicità. Ce ne parla Adele Manzella, prima ricercatrice dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR.

Duration:00:05:02

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L’internet degli abissi

6/3/2025
Una internet senza fili per l’oceano e i suoi abissi. A questo sta dando corpo la start-up Wsense, che ha chiuso un round di finanziamento da oltre 7 milioni di Euro, dopo averne raccolti più di 15 un paio di anni fa. Wsense ha sviluppato un insieme di tecnologie ottiche e acustiche uniche nel loro genere, che permettono ad apparecchiature e infrastrutture subacquee di comunicare tra loro, in un ambiente in cui le normali comunicazioni wi-fi, basate su onde radio e microonde, non funzionano. Le creature marine, d’altronde, utilizzano da sempre i suoni e la bioluminescenza per comunicare tra loro, proprio per la capacità di questi segnali di diffondersi nell’acqua. Questa Internet subacquea sarebbe preziosa per monitorare l’ambiente sottomarino e le infrastrutture che vi risiedono, tra cui milioni di chilometri di cavi per le telecomunicazioni. Ne parliamo con Chiara Petrioli, professoressa ordinaria di ingegneria informatica all'Università Sapienza, e AD di Wsense dal 2022.

Duration:00:05:21

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Chemical language model: quando l’IA impara il linguaggio della chimica

5/29/2025
Se gli atomi diventano lettere, le molecole possono diventare parole, o intere frasi. Analogamente a come i Large Language Model sono addestrati a parlare il linguaggio naturale, un software di Intelligenza Artificiale può essere addestrato a parlare il linguaggio della chimica. Su questa linea si è mossa l’Università di Pisa, che in un articolo pubblicato sull’European Journal of Medicinal Chemistry ha descritto un nuovo modo per progettare molecole farmacologiche basate su quello che vengono chiamati “chemical language models”, modelli linguistici ispirati a quelli usati nei chatbot come ChatGPT, ma addestrati a leggere e scrivere il linguaggio molecolare. Ce ne parla Tiziano Tuccinardi, Professore di Chimica Farmaceutica del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa.

Duration:00:05:27

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Stimolazione elettrica e cellule staminali per riparare le lesioni al midollo spinale

5/28/2025
Permettere a chi ha subìto lesioni al midollo spinale di recuperare, almeno in parte, la capacità di muoversi e di percepire gli stimoli tattili, è da sempre uno degli obiettivi più avveniristici della ricerca in campo medico, ed è anche l’obiettivo del progetto europeo RISEUP, che vede impegnate tra gli altri l’Università Sapienza di Roma, ENEA e l’azienda RISE Technology. RISEUP sta sperimentando un processo di medicina rigenerativa altamente innovativo, che consiste nel trapiantare cellule staminali nel midollo danneggiato per poi indurle, grazie a speciali stimoli elettrici, a trasformarsi in neuroni del sistema nervoso e ricostituire i circuiti interrotti. Ne parliamo con Claudia Consales, ricercatrice della divisione di Biotecnologie dell’ENEA della Casaccia.

Duration:00:05:12